Roger Federer è agli sgoccioli, ormai è chiaro anche agli intenditori con il prosciutto sugli occhi. Niente da eccepire, il prosciutto piace anche a me, ma mangiato. Non lo utilizzerei mai per togliere le zampe di gallina dal contorno occhi. Esistono trattamenti migliori. Lo svizzero non chiude due match points e subito si chiama in causa qualche maledizione, la sfiga. Se li avesse trasformati sarebbe stato un killer di precisione. La zampata del campione, la freddezza della classe che viene fuori al momento giusto. Li ha sbagliati e non la prima volta, gli era successo anche un anno fa perciò il caso inizia a diventare caso statistico. Non gli accadeva qualche anno fa e anche questo, forse, qualcosa vuol dire. Il campione ha perso smalto ormai da un po’. Alla fine per essere arrivato dove è nella vita, se proprio vogliamo fare la partita doppia alla casualità statistica, di fortuna ne è entrata di più di quella che è uscita dal bilancio dello svizzero. Quindi godiamoci il viale del tramonto, ci sono dei bei colori all’imbrunire.
Sfortuna che va, fortuna che viene. Federer se ne va

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I tramonti sono gradevoli, a volte positivamente emozionanti, altre volte pregni di drammaticità. Il tramonto di Federer è forzatamente drammatico, non solo per il diretto interessato, ma per chiunque ami il tennis in quanto espressione di eleganza, signorilità e sportività. Al decadimento di valori della società civile corrisponde a mio avviso un decadimento nello sport di cui anche il tennis è vittima. Federer in questo contesto era in grado rimettere le cose al loro posto e ho sperato vivamente che ancora oggi potesse giustiziare il comportamento da stadio del suo rivale e dei suoi aficionados.
Non riesco a postare ulteriori commenti
Una parziale riprova di quanto scritto sopra potrebbe essere rappresentata da una sorta di involontaria confessione sfuggita a Ocleppo durante la telecronaca del match su Eurosport. Commovente, a mio avviso per infantilità e istintività, il commento in occasione del primo match point in favore di Federer: “[…] non riesco a aprlare per l’emozione”.
A me Ocleppo resta simpatico. E’ innegabile che Roger sia un grande campione ma personalmente mi resta la sensazione che abbia giocato in un periodo in cui aveva pochi avversari e poi non è mai riuscito a battere Nadal al Roland Garros e poche volte sulla terra. Questo senza nulla togliere alle sue capcità, sarà nostalgia la mia ma preferivo i tempi in cui Edberg perdeva da Stich, batteva Becker sudava con Lendl.
Oggi si va troppo di fretta e non solo nel traffico 😉
Concordo in parte con quanto dici in merito della pochezza degli avversari nei tempi di Federer e la ricchezza di talenti negli anni 80′-90′.
E’ innegabile che Becker ed Edberg erano talenti puri ma ad esempio a Wimbledon era anche un’altra erba e altre attrezzature. E comunque durante la loro era sono emersi anche giocatori che talenti puri non erano. Stich a mio modo di vedere è stato un talento discreto, molto meno Krajicek nell’era Sampras, ma entrambi hanno vinto un Wimbledon a dispetto dei campioni che c’erano allora. Penso che Federer, avrebbe giocato ancora meglio sui campi di allora e dotato degli stessi attrezzi e sarebbe ancora imbatutto a Wimbledon. Concordo infine con Ocleppo quando afferma che attualmente emergere è molto più difficile che 20 anni fa per l’enormemente cresciuta competizione e conseguentemente il gioco espresso è a volte esasperato (il tuo “andare troppo di fretta…).